Le cure pseudoscientifiche sono spesso etichettate in rete come cure sicure e soprattutto la parola magica è “naturali”. Non mi stancherò mai di dirlo che l’abuso di questa parola è inqualificabile dal punto di vista chimico. Si crede che delle ricette come “acque mineralizzate” o peggio come rimedi omeopatici siano più utili di molti farmaci per il trattamento di alcune patologie. L’omeopatia non è una scienza, anzi è in contrapposizione con le attuali conoscenze scientifiche, anche se ne prende degli aspetti ovviamente decontestualizzati e li rende scientificamente reali. Ma quando sono anche medici, a pubblicizzare i prodotti omeopatici in sostituzione di farmaci specifici è veramente un grave problema. Nella mia esperienza professionale, mi è capitato di parlare con molte persone su questo tema, la maggior parte di queste confondeva l’omeopatia con la fitoterapia, cioè il curarsi con le erbe. Ecco omeopatia non centra nulla con la fitoterapia. Nel mondo vegetale esistono delle piante che contengono dei principi attivi ovvero molte molecole che estratte possono avere un effetto terapeutico. Ma l’omeopatia è un’altra storia. E allora cosa contengono i prodotti omeopatici? Sicuramente non erbe o estratti. Ma prendiamo un prodotto omeopatico e vediamolo da vicino, il famosissimo “Oscillococcinum”.

Un grammo di questo prodotto omeopatico contiene esattamente, tenetevi forte, un grammo di zuccheri (vedi foto).

Quindi 1 grammo di prodotto contiene 1 grammo di zuccheri. Basta, nessun principio attivo. Voi curereste i vostri cari per patologie anche gravi con lo zucchero? Probabilmente no! Ma basta cambiare nome e immagine e il gioco è fatto. Risultato è pagare a peso d’oro lo zucchero…

Nessuno studio scientifico pubblicato su riviste mediche di valore riconosciuto ha mai dimostrato che l’omeopatia presenti, per una qualsiasi malattia, un’efficacia clinico-terapeutica che sia superiore all’effetto placebo. Inoltre l’omeopatia viene rifiutata dagli scienziati per la sua debolezza teorica (cioè l’incompatibilità dei suoi postulati con le odierne conoscenze chimiche) e per la mancanza di un meccanismo plausibile che ne possa spiegare il funzionamento. Molti di questi prodotti inoltre contengono delle sigle come ch9- ch15- ch30, oppure la sigla DH. “Ch” sta per potenza centesimale, mentre “DH” sta per potenze decimali. L’omeopatia si basa sul concetto semplicistico di diluizione di un composto chimico. Ogni sostanza omeopatica pronta per l’impiego riporta il tipo di diluizione e la potenza. Ad esempio, in un rimedio con potenza 12C la sostanza originaria è stata diluita per dodici volte, ogni volta 1 a 100, per un totale di una parte su 10012 (=1024). Una potenza 12D, utilizzata abbastanza comunemente in omeopatia, equivale invece a una soluzione nella quale la concentrazione è una parte su un milione di milioni (1012), che equivale ad esempio a un millimetro cubo su mille metri cubi. Adesso capite bene, che già tali prodotti non contengono nessun principio attivo specifico per una patologia, in più è diluito milioni di volte. E anche nel caso potessero avere un determinato effetto sarebbe irrilevante data la sua concentrazione
Dott. Francesco Domenico Nucera
FONTI:
Davide Vione, Perché l’omeopatia non è una scienza, CICAP.
https://www.medbunker.it/2011/10/la-vera-storia-delloscillococcinum.html