La psicosi oggi è un problema da non sottovalutare. La compromissione della realtà, i deliri e le paure spesso prendono il posto della ragione. Di esempi di questo genere oggi ne abbiamo moltissimi, ultimo ma non per ultimo l’uso di omeopatici, vitamine o estratti vegetali come cura al Covid-19.
Ecco il discorso è sempre lo stesso, la validità scientifica di queste azioni! La maggior parte della gente si affida, anzi meglio cerca una consolazione nei rimedi semplici! Ma non sempre la vita è semplice, e alcuni rimedi sono un specchietto per le allodole!
Oggi sembra che la pandemia sia solo un brutto ricordo, perché fa capolino un altra tragedia umana, quella della guerra. L’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina apre tutto un nuovo dibattitto sulle nuove tecnologie belliche e soprattutto sul rischio di un evento nucleare.
Ovviamente i media rincarano la dose di delirio utilizzando frasi “forti” e spesso controverse. Analizziamo allora l’ultimo delle psicosi del genere umano: l’acquisto e la corsa alle scorte di pillole a base di iodio. Ma cosa serve lo iodio e cerchiamo di fare chiarezza sugli usi dello iodio contro i rischi di incidente nucleare.
IODIO

Lo iodio è un elemento chimico di numero atomico 53 e il suo simbolo è I. Il nome deriva dal greco antico ἰοειδής, ioeidēs, che significa viola, a causa del colore dei vapori dell’elemento.
La forma elementare venne scoperta dal chimico francese Bernard Courtois nel 1811.
E’ un elemento che si trova in natura e soprattutto anche in tracce nell’uomo. Lo iodio è un componente essenziale degli ormoni tiroidei.

Per questo si tratta di un elemento importante per le funzioni regolate da questi ormoni, come il controllo della temperatura corporea, il metabolismo di zuccheri, grassi e proteine, il metabolismo basale e lo sviluppo del sistema nervoso centrale e dello scheletro, sia durante la gestazione che durante l’infanzia.
Inoltre sembra che lo iodio svolga anche altre attività biologiche, ad esempio a livello del sistema immunitario.
L’invasione russa in Ucraina e i combattimenti intorno alle centrali nucleari di Chernobyl e di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, hanno innescato un boom della domanda di compresse anti-radiazioni a base di iodio in alcuni Paesi europei.
Ma perché lo iodio? E soprattutto cosa c’entra con le radiazioni nucleari? Cerchiamo di fare chiarezza.
Intanto, si ha un’emergenza nucleare quando avviene il rilascio di sostanze radioattive nell’ambiente a seguito di un incidente in impianti nucleari, in impianti di stoccaggio di combustibile irraggiato o in depositi di rifiuti radioattivi, in navi a propulsione nucleare, in satelliti con sistemi nucleari a bordo o durante il trasporto di combustibile irraggiato.
IODIO-131

In chimica si definiscono isotopi, nuclidi di uno stesso elemento che hanno lo stesso numero atomico, cioè lo stesso numero di protoni, ma un diverso numero di massa. Praticamente di differenziano per il numero di neutroni.
Lo iodio-131 è un radioisotopo dello iodio, cioè un isotopo in grado di emettere radiazioni. E’ molto utilizzato in medicina nucleare, come radiofarmaco utile per il trattamento di alcuni tipi di tumore, come il carcinoma differenziato della tiroide.
Questo tipo di trattamento sfrutta una naturale capacità delle cellule tiroidee di inglobare lo iodio al proprio interno; quando viene somministrato iodio radioattivo questo è in grado di svolgere la propria azione selettivamente nelle sedi nelle quali si accumula e quindi in particolare dove sono localizzate cellule tiroidee sia normali che malate. L’emivita fisica dello iodio 131, cioè il tempo in cui la radioattività si dimezza, è di circa 8 giorni.
Gioca un ruolo anche come un pericolo radioattivo tra i maggiori tra quelli presenti nei prodotti della fissione nucleare ed è questo il fattore che desta più preoccupazione per la salute.
Decadimento radioattivo

Lo iodio-131 è uno dei prodotti principali della fissione dell’uranio, del plutonio e indirettamente del torio.
Lo iodio-131 (131I) decade con un’emivita di 8,02 giorni con emissione di particelle beta e di raggi gamma. Questo nuclide dell’atomo di iodio ha 78 neutroni nel nucleo, mentre il nuclide stabile iodio-127 (127I) ha 74 neutroni. Col decadimento, 131I si trasforma nello Xeno-131 (131Xe)

Lo iodio-131, come abbiamo appena detto è un prodotto di fissione con una resa del 2,878% dell’uranio-235, e può essere rilasciato nelle esplosioni nucleari e negli incidenti nucleari.
Quindi potenzialmente lo iodio-131 può contaminare l’aria, l’acqua e anche gli alimenti, che potremmo mangiare, aumentando così la probabilità di danni alla tiroide e di un aumento dei casi di carcinoma. E da qui la corsa alle pillole di iodio, come eventuale rimedio a questi potenziali danni radioattivi. Secondo la stessa OMS, Il rischio può essere mitigato assumendo supplementi allo iodio. Quindi, dopo un incidente nucleare, se lo iodio radioattivo viene inalato o ingerito, la ghiandola tiroidea lo assorbe allo stesso modo dello iodio stabile. Se lo iodio stabile viene somministrato prima o all’inizio dell’esposizione allo iodio radioattivo, l’assorbimento di quest’ultimo sarà bloccato dalla saturazione della ghiandola tiroidea con iodio stabile, riducendo così efficacemente l’esposizione interna della tiroide. Nel complesso, la somministrazione orale di iodio stabile (insieme al controllo degli alimenti e dell’acqua potabile) è considerata una strategia appropriata per ridurre il rischio di effetti negativi sulla salute delle persone esposte a un rilascio accidentale di iodio radioattivo ed è inclusa in molti paesi nei piani di emergenza.
Ecco perché quando si svolgono esami di medicina nucleare, preventivamente si assume una soluzione satura di ioduro di potassio, iodio in gocce, questo permette di saturare la tiroide e lo iodio radioattivo che viene dall’esterno non viene assorbito perché appunto la tiroide si è bloccata.
Il trattamento con il Lugol è consigliato. Il Lugol per i non chimici è una soluzione acquosa iodo-iodurata di colore marrone.
I2 + KI → I3– + K+
Eppure, gli esperti dicono che l’attuale situazione in Ucraina non richiede l’uso di compresse di iodio. Per due motivi almeno:
📍 le pastiglie di iodio non offrono protezione contro altre sostanze radioattive;
📍la cura fai da te potrebbe creare più danni: un eccesso di questo elemento può provocare effetti collaterali come, per esempio, un aumento di incidenza delle patologie autoimmuni o anche vi è anche la possibilità di sviluppo di ipo o ipertiroidismo.
Bisogna quindi evitare questo tipo di psicosi, perché potrebbero essere molto pericolose e i danni sarebbero peggio di una prevenzione inutile!
Dott. Francesco Domenico Nucera
FONTE:
https://www.wired.it/article/iodio-compresse-radiazioni-nucleare-no-fai-da-te/
https://www.ilgiorno.it/cronaca/pillole-iodio-radiazioni-nucleari-cosa-fare-1.7431779
https://www.humanitas-care.it/enciclopedia/principi-attivi/iodio-131/
https://www.radioterapiaitalia.it/wp-content/uploads/2019/05/libretto-paziente.pdf
https://www.cancer.gov/about-cancer/causes-prevention/risk/radiation/i-131