Cosa hanno in comune San Valentino e il cioccolato? La risposta è come sempre la chimica.
Eppure la festa degli innamorati ha origini molto antiche, ma andiamo ad indagare indietro nel tempo e cerchiamo di capire cosa c’entra la chimica con questa festività.
STORIA E ORIGINE DI SAN VALENTINO

La tradizione di San Valentino, festa degli innamorati risale probabilmente all’epoca romana, nel 496 d. C., quando papa Gelasio I volle porre fine ai lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità Luperco.
Intendiamoci, i lupercalia erano un vero e proprio rave party dell’ epoca e i romani pagani, omaggiavano il dio della fertilità Lupercus, con un singolare rito.
Questi riti si celebravano il 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati, ovvero secondo alcune fonti, uomini e donne si univano a caso e per un anno dovevano procreare, senza che tra di loro corresse necessariamente un sentimento.
E se questo non dovesse bastare, il tutto si concludeva con danze e donne nude frustate da un gruppo di giovani nudi, devoti al selvatico Fauno Luperco.

Diciamo non proprio una festicciola tranquilla e soprattutto non in linea con la morale cattolica. Ecco perché il Papa Gelasio I, decise di spostare la festa al 14 febbraio per farla diventare in un certo modo la festa degli innamorati.
Il 14 febbraio diventa con i secoli, quindi, la festa degli innamorati e ci pensa la letteratura, soprattutto la tradizione dell’amor cortese. Lo scrittore Geoffrey Chaucer raccontava del fidanzamento tra Riccardo II d’Inghilterra e Anna Boemia, caduto proprio in data 14 febbraio, ma questo evento è ancora dibattuto dagli storici.
Va benissimo qualche aneddoto storico, ma la chimica? E soprattutto avevi promesso la cioccolata! E si calma…
C’E’ AMORE NELL’ ARIA! O CHIMICA?

Certo meno romantico dell’ amor cortese, ma pur sempre intrigante in alcuni suoi meccanismi è l’amore “chimico”! Innamorarsi dal punto di vista chimico, significa che nel nostro corpo vengono rilasciate alcune sostanze che stimolano il nostro comportamento ma non solo…
Ormoni, neurotrasmettitori e altre sostanze chimiche sono responsabili di tutta quella serie di emozioni che noi umani traduciamo con la parola amore! Quelle sensazioni fisiche intense sono probabilmente dovute alle tantissime reazione chimiche che avvengono nel nostro corpo e sono influenzate da eventi esterni, come il nostro lui o la nostra lei!
La classica affermazione: “C’è amore nell’aria!”, tecnicamente non è propriamente sbagliata sapete. E perché direte mai?
Questo succede perché i maggiori responsabili sono i feromoni sessuali, sostanze biochimiche che vengono prodotte dal nostro corpo ed emessi dalla pelle, dalle ghiandole ascellari, dalla saliva, dai capelli, dall’urina e che agiscono sul sistema neuroendocrino. Praticamente i feromoni servono per mandare determinati segnali e causano dei cambiamenti fisiologici nel nostro corpo, legati anche all’olfatto.
La ricerca però ancora brancola nel buio, i risultati di alcune ricerche indicano, dunque, che i feromoni potrebbero avere un ruolo nelle scelte sessuali degli esseri umani, capacità che si è conservata durante l’evoluzione e che appartiene ancora alle specie animali, anche se per accertare il loro ruolo specifico negli uomini bisognerebbe effettuare ulteriori ricerche.
Comunque quello che è certo, che la maggior parte del comportamento sessuale degli insetti, degli animali e delle persone viene determinata dai feromoni.
LE MOLECOLE DELL’AMORE…
Probabilmente un’ altra molecola interessante è la feniletilamina. Rilasciata dal cervello quando si sperimentano sentimenti di gioia e amore. In chimica è definito come è un alcaloide. In natura è contenuta in diversi alimenti, tra i quali spiccano il cioccolato, i vini e gli alimenti che subiscono fermentazione microbica come i formaggi.

Tuttavia non sono chiari ancora i meccanismi e non ci sono prove empiriche dirette sul ruolo specifico della feniletilamina nell’innamoramento.

La feniletilamina stimola il rilascio di altre sostanze, tra queste la dopamina. E’ un neurotrasmettitore endogeno della famiglia delle catecolammine.

La dopamina ha molte funzioni nel cervello, svolge un ruolo importante nello sviluppo del comportamento, della cognizione, della motivazione, dell’ umore, dell’ attenzione e molto altro. Alcuni studi hanno dimostrato che bloccando il recettore D2, si riuscirebbe a aumentare la concentrazione di dopamina e la trasmissione del piacere incrementa. Infatti questi studi sono fondamentali, perché su questo principio si basa la cura per la depressione. Probabilmente sarebbe questa attività la responsabile dell’intenso stato di euforia che caratterizza le prime fasi dell’innamoramento, anche se tutto questo è ancora oggetto di studi e prove.
Solitamente un incremento della dopamina si accompagna poi a una diminuzione di un altro neuromodulatore, la serotonina, legato alla regolazione dell’appetito e dell’umore. Ecco quando si dice probabilmente l’amore fa svanire l’appetito! Sarò l’unico uomo sulla terra, ma a me la voglia di cibo non passa mai! La diminuzione di serotonina nel cervello nei primi stadi dell’amore sembrerebbe inoltre corrispondere a ciò che accade nei pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo quando sperimentano pensieri ossessivi.

Ma queste molecole nel corpo hanno un tempo medio di vita, e si sa dopo l’amore irrazionale e focoso, se tutto va bene si trasforma in un legame più profondo. Superata questa prima fase, quindi, nel cervello aumenta la produzione di ossitocina e di vasopressina, ormoni che contribuiscono alla creazione e al mantenimento di una relazione stabile, stimolando sentimenti di tenerezza e calore e spingendo alla fedeltà nei confronti del partner. È ormai da tempo assodato come questo ormone giochi un ruolo centrale durante il travaglio e il parto e successivamente nel processo di allattamento. Più recentemente è stato inoltre indicato come elemento chiave nelle interazioni sociali e nelle nostre reazioni sentimentali, da questo il soprannome di “ormone dell’amore”.

Alcuni studi associano l’ossitocina ad una componente importante nelle relazioni, in quanto genera sensazioni affettive e protettive.
Eppure ogni tanto, la ricerca tenta di comprendere dei fenomeni e ne risolve probabilmente altri. Uno studio interessante, del 2011 in Olanda, ha rivelato che l’ossitocina rende le persone più estroverse, e i ricercatori clinici stanno studiando la molecola come possibile trattamento per i sintomi dell’autismo. Ma è molto difficile fornire ossitocina, una piccola proteina, al cervello umano. “I nostri risultati – come dice lo stesso Piomelli – aprono alla possibilità emozionante che i farmaci che bloccano la degradazione dell’ anandamide, attualmente testati per diversi disturbi d’ansia, possano moltiplicare la produzione di ossitocina da parte del cervello e aiutare le persone con autismo a socializzare di più”.
E indovinate dove è presente anche l’anandamide? Ebbene si, nel cioccolato! insomma una vera droga cioccolatosa! Peccato, che le concentrazioni di questa sostanza nel cioccolato sono però bassissime e assunta per bocca la sostanza non sembra in grado di dare effetti sul sistema nervoso centrale.

Eppure a me la sensazione di overdose da cioccolato non me la toglie nessuno! Sarà vero? Chiederò alle lobby dei cioccolatieri!
In un articolo ho parlato già del cioccolato, delle sue origini e soprattutto la tocco veramente piano su una questione delicata che per molti decreterà la fine della vostra innocenza! Vi lascio il link in descrizione senza nessun ulteriore spoiler!
LINK: Cioccolato fondente
Insomma tra un cioccolatino e un bacio romantico al vostro amore, vi auguro un buon San Valentino a tutti gli innamorati devastati dalle droghe endogene autoprodotte!
Dott. Francesco Domenico Nucera
FONTE:
San Valentino, festa di origine pagana, in Televideo, 14 febbraio 2009.
Kim E. Barrett, Susan M. Barman, Scott Boitano, Heddwen L. Brooks, Fisiologia medica di Ganong, 13ª edizione italiana sulla 25ª di lingua ingleseª ed., PICCIN, 2016
Brunella Gasperini, Amore folle: quando l’innamoramento ricorda la malattia mentale, in la Repubblica, 26 marzo 2015.