🎃 La chimica di Halloween: tra leggende, molecole e colori spettrali
Zucche intagliate, maschere spaventose, candele tremolanti e misteriosi giochi di luce: Halloween è la notte in cui la scienza incontra la magia. Ma dietro zucche e fantasmi si nascondono antiche tradizioni e reazioni chimiche sorprendenti.
Devo dire che questa festività mi piace tantissimo, quindi scopriamo insieme come la chimica rende spettrale Halloween 👻.
👻 Dalle nebbie del Samhain alla notte delle streghe
Molto prima di diventare un’occasione per dolcetti e travestimenti, Halloween era il Samhain, la festa con cui i Celti salutavano la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno.
Secondo le credenze, nella notte del 31 ottobre il velo tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliava, permettendo agli spiriti di tornare sulla Terra. Per questo si accendevano falò e si indossavano maschere: servivano a spaventare gli spiriti maligni e a proteggersi dalle loro maledizioni.
Con il tempo, la festa si è trasformata: i Romani vi aggiunsero la celebrazione dei defunti e la Chiesa la cristianizzò con Ognissanti. L’“All Hallows’ Eve” la vigilia di Ognissanti divenne così Halloween, la notte più misteriosa dell’anno.
💀 Molecole da brivido: la chimica della decomposizione
Tra zucche marce e laboratori di streghe, Halloween è anche la festa perfetta per parlare di… chimica macabra.
Durante la decomposizione, i tessuti organici rilasciano composti maleodoranti noti come ptomaine, scoperte nell’Ottocento dal chimico italiano Francesco Selmi.
Negli anni 1850–1870, Selmi studiava la putrefazione dei tessuti animali cercando di capire perché, anche senza veleno, certi corpi mostravano sintomi “tossici”.
Tra queste troviamo la putrescina e la cadaverina nomi che già bastano per evocare atmosfere da film horror.
🔬 L’equivoco scientifico
Per un periodo, si pensò che le ptomaine fossero responsabili di molte morti misteriose:
alcuni medici ritenevano che il corpo, decomponendosi, producesse da sé “veleni interni” capaci di uccidere.
L’idea era affascinante ma errata: in realtà le ptomaine si formano dopo la morte.
Questa confusione rese difficile distinguere un avvelenamento reale (ad esempio da arsenico o stricnina) da una normale decomposizione.
Le ptomaine interferivano con i test chimici dell’epoca, dando risultati falsamente positivi per sostanze tossiche.
🧪 La chimica della morte
In realtà, sono solo molecole naturali, prodotte dai batteri che “riciclano” la materia organica. Senza di loro, il ciclo della vita si interromperebbe!
La cadaverina è chimicamente una diammina dal nome 1,5-diamminopentano, certo meno attraente come nome, mentre la putrescina è un’altra molecola, sempre una diammina chiamata in “chimichese” 1,4-diamminobutano.

Fig. Strutture chimiche di cadaverina e putrescina
In parole semplici: i batteri rimuovono il gruppo carbossilico (-COOH) da questi amminoacidi, formando ammine biogeniche molto volatili e basiche, responsabili del classico odore di decomposizione.
Che odore ha la morte? Bene, sicuramente una manciata di questi composti, insieme ad altri come l’indolo e scatolo per un tocco di fetido e il gioco è fatto!
In realtà, come spesso succede, quello definito come “odore di morte” è un bouquet di almeno 400 diverse molecole chimiche, ma queste sono le più rappresentative.
🧬 Dalla morte alla vita
Nonostante la loro pessima reputazione, queste molecole non sono “velenose” di per sé. In piccole quantità si trovano anche in tessuti vivi, dove svolgono ruoli fisiologici importanti:
•contribuiscono alla stabilità del DNA;
•sono coinvolte nella crescita cellulare;
•partecipano ai meccanismi di risposta allo stress ossidativo.
Nei batteri e nelle piante, le poliamine servono a proteggere le cellule in condizioni difficili (variazioni di pH, carenza di nutrienti, ecc.).
🧫 Una traccia per la scienza forense
La produzione di putrescina e cadaverina insieme ad altre molecole come lo skatolo e l’indolo è così regolare che può essere utilizzata per stimare il tempo trascorso dalla morte (post-mortem interval, PMI).
Analizzando la concentrazione di questi composti nel corpo o nell’ambiente circostante, i chimici forensi riescono a ricostruire le prime fasi della decomposizione con notevole precisione.
🧟♂️ Curiosità
- Alcuni formaggi stagionati, come il pecorino o il gorgonzola, possono contenere tracce di putrescina e cadaverina prodotte da batteri lattici (in quantità innocue, ma percettibili dal naso più sensibile!).
- In biotecnologia, queste ammine sono usate come precursori per la sintesi di polimeri biodegradabili, come la nylon-46 derivata proprio dalla cadaverina.
- Il termine “ptomaina” oggi è quasi scomparso dal linguaggio scientifico, ma rimane nella cultura popolare: si parla ancora, impropriamente, di “avvelenamento da ptomaine” per indicare intossicazioni alimentari (in realtà dovute a batteri o tossine, non alle ptomaine stesse!).
BUON HALLOWEEN A TUTTI!
Dott.Francesco Domenico Nucera
FONTI:
Selmi, F. (1878) – Sulle ptomaine o basi organiche azotate che si sviluppano nelle materie animali in putrefazione. Atti della R. Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna.
Wille, C. (1882) – On ptomaines and leucomaines. The British Medical Journal, 1(1108), 890–892.
Vanden Brook, J. & DeBruyn, J.M. (2021) – Microbial decomposition of human remains: chemical and ecological aspects. Annual Review of Anthropology, 50, 303–321.
https://www.scienzainrete.it/articolo/le-molecole-di-halloween/marco-taddia/2018-10-30
https://fattinonfake.federchimica.it/articolo/la-chimica-di-halloween
