Oggi, probabilmente si sta perdendo di vista il ruolo delle evidenze scientifiche nella formulazione di verità oggettive.
Si parla tanto di principio di autorità, soprattutto nelle scienze. Ma cosa significa e perché è un principio dannoso soprattutto nella scienza e nella divulgazione?

Il principio di autorità è spesso una scorciatoia dialettica: ci permette, infatti, di ignorare la parte difficile della scienza: portare prove e confutare le prove altrui. Ma non è solo una scorrettezza.
I primi approcci di carattere scientifico ai fenomeni naturali furono compiuti da Aristotele (384 a.C-322 a.C). Il filosofo greco fu uno dei primi studiosi che cercò di dare delle spiegazioni agli eventi della natura seguendo un procedimento basato sull’osservazione del fenomeno e sulla formulazione di una spiegazione logica (metodo deduttivo). Questo metodo ebbe successo nel dare una spiegazione di alcuni fenomeni, quale la sfericità della Terra. Invece si dimostrò errato in altri casi: ad esempio, l’ipotesi che i nervi partissero dal cuore risultò sbagliata, come fu dimostrato da successivi studi di anatomia. Il metodo deduttivo, che dava una spiegazione logica del fenomeno osservato senza preoccuparsi di verificarne la validità, non contribuì al progresso delle conoscenze scientifiche.

Tuttavia il merito di Aristotele fu quello di dare dei fenomeni naturali una spiegazione libera da preconcetti e da superstizioni.

Solo nel Seicento Francesco Bacone (1561-1626) e Galileo Galilei (1564-1641) introdussero un nuovo metodo di approccio ai fenomeni naturali: il metodo sperimentale.
Diciamo in poche parole che per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, sono tre le cose da tenere bene a mente: l’affidabilità, la verificabilità e la condivisione delle teorie. Questo sistema di studio utilizza la seguente via logica: dall’osservazione di un fenomeno si formulano delle ipotesi: le ipotesi vengono verificate con esperimenti. Se le ipotesi trovano una verifica sperimentale viene enunciata una legge.
Nelle discussioni, soprattutto quelle in rete, si nota molto spesso il ricorso al principio di autorità come scorciatoia dialettica. Occhio quindi a parlare senza prove ed evidenze! Si rischia di dare un’informazione errata e controproducente. La disinformazione è un virus letale!
Eh già, anche se scrive qualcosa un premio Nobel, senza evidenze certe, una notizia vale zero. Infatti, nelle materie scientifiche non esiste il “principio di autorità”. Il principio d’autorità consiste nel far accettare, senza possibilità di critica, il pensiero di una data persona (l’autorità) sulla base del fatto che questa deve essere considerata superiore. Un uso popolare di questo principio è: “Siccome lo ha detto Tizio, che è qualcuno, allora deve essere sicuramente vero. Caio, che non è nessuno, non ha alcun diritto di criticare”.

I social media sono un canale importante, di interazione e molto probabilmente un modo per collegare tutti anche a distanza. Ma spesso anche le migliori creazioni non sono affette da errori. Ma non da errori di forma, ma da usi impropri dei canali virtuali.
Nella scienza, a differenza che in altre attività umane, non si può accettare il principio d’autorità. Ogni divergenza di opinione va risolta non in base alla fama dei contendenti, ma in base ai risultati di verifiche sperimentali. In altre parole è la natura l’unico arbitro adatto a rispondere alle questioni scientifiche.
Ricordo a tutti che vale ancora il metodo scientifico se vogliamo parlare di scienza. I fatti contano più delle parole!
Dott. Francesco Domenico Nucera