Le cure pseudoscientifiche sono spesso etichettate in rete come cure “sicure” e soprattutto usando una parola magica per il marketing: “naturali”. Non mi stancherò mai di dirlo che l’abuso di questa parola è inqualificabile dal punto di vista chimico. In alcuni articoli precedenti ho già descritto il concetto di naturale, usato in contrapposizione alla parola chimico, come per dividere queste due categorie in buoni e cattivi.

Si tende spesso ad associare la parola “sostanza chimica” con “artificiale” e quindi nell’immaginario comune come qualcosa che deve incutere timore e paura, mentre quando inseriamo in qualsiasi contesto la parola “naturale”, è quasi scontato il parallelismo con qualcosa di sicuro proveniente dalla natura!
Vorrei ricordare che in alcune piante, come ad esempio la cicuta, è presente un composto altamente tossico per l’uomo. La Cicuta è famosa per essere l’ingrediente principale dell’infuso che diede la morte a Socrate! Ma anche composti chimici come l’arsenico o il cianuro sono veleni potentissimi! Questi e molti altri composti sono stati regalati da madre natura, eppure, l’associazione di naturale con sano è sempre presente nel mondo di oggi.
Si crede che delle ricette come “acque mineralizzate” o peggio come rimedi omeopatici siano più utili di molti farmaci per il trattamento di alcune patologie.
CRONISTORIA DELL’OMEOPATIA
Ma da dove nasce questa idea? Ripercorriamo velocemente alcuni passi fondamentali della storia dell’omeopatia e cerchiamo di capire il perché di tutta questa disinformazione e soprattutto cosa dice la comunità scientifica al riguardo e se ci sono studi che convaliderebbero tali supposizioni!
Il concetto di omeopatia è molto antico. Dall’alba dei tempi l’uomo ha dovuto combattere il suo nemico più infido e pericoloso: la malattia! Le più antiche testimonianze di cure mediche le troviamo nell’antico Egitto, dove la pratica medica era fortemente supportata da numerose credenze religiose.
Ma è solo nella Magna Grecia, con il fiorire dei filosofi e dei ricercatori, che le malattie vennero studiate in maniera più analitica cercando di far chiarezza su alcuni aspetti dell’essere umano.

Con Ippocrate iniziò una profonda rivoluzione, egli infatti, rivoluzionò il concetto di medicina, ponendo le basi scientifiche per una vera e propria professione. Con l’avvento della medicina scientifica, anche il dibattito scientifico prese piede, evidenziando come la diffusione dell’informazione sia un mezzo potente per lo sviluppo in questo campo. Galeno, un medico romano, partendo dalla tradizione ippocratica che sosteneva che nella natura c’è il rimedio di ogni male, parla di erbe e piante officinali aventi funzione terapeutica. L’aggettivo galenico, è ancora usato oggi quando si parla di preparazioni con attività terapeutica.
Nel Medioevo, altre novità derivavano soprattutto dal mondo arabo, ma nulla di estremamente rilevante dal punto di vista dell’innovazione. Invece, sappiamo che in quel periodo un lavoro prezioso era svolto nei monasteri dove si tramandavano molti testi medici e di fitoterapia importantissimi.
Tra il 1200 e 1300 tornò il concetto di malattia come castigo divino, in quanto in quel periodo la religione aveva un peso fondamentale sulla vita sociale dell’uomo. Il corpo e l’anima avevano un unico filo conduttore, quindi se l’anima era malata, anche il corpo risentiva di questo suo stato.

Una svolta importante si ebbe intorno al XII secolo quando iniziarono a sorgere i primi ospedali. Grazie agli ospedali si cominciarono a fare anche dei passi avanti nella sanità. Ma dove si colloca l’omeopatia come pratica medica? Alla fine del XVIII secolo, un medico tedesco, Samuel Hahnemann (1755-1843) ha dettato le basi e la teoria dell’omeopatia nella sua opera Organon dell’arte di guarire.
COSA E’ L’ OMEOPATIA
La parola omeopatia deriva dal greco ὅμοιος, òmoios, «simile» e πάθος, pàthos, «sofferenza», che pone come principio cardine: Similia similibus curentur, ovvero «il simile cura il simile». In altre parole che una sostanza capace di causare disturbi in persone sane può aiutare a eliminare gli stessi disturbi nelle persone malate.
Quindi tale sostanza, detta anche “principio omeopatico”, una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita e “dinamizzata”; la misura della diluizione è definita dagli omeopati “potenza”. Infatti il secondo principio dell’omeopatia si basa sul concetto di diluizione e “dinamizzazione”, chiamato succussione. Principio che lo stesso Hahnemann elaborò per constatare la sua tesi. Egli sperimentò su di sé gli effetti di una sostanza usata contro la malaria. Secondo il medico tedesco, per curare una data malattia si deve utilizzare la sostanza che in una persona sana provoca sintomi simili a quelli osservati nel malato. Il tutto però, in dosi infinitesimali. Il principio attivo (che può essere di origine animale, vegetale, minerale, chimica o biologica) viene diluito numerose volte.
Allora prima di procedere, cerchiamo di capire dal punto di vista chimico perché questa teoria fa “acqua da tutti i punti”!
Immaginate di avere una soluzione di acqua ed arsenico! Ecco come detto prima, l’arsenico è un veleno letale per l’uomo. Immaginiamo sempre adesso di prendere un millilitro di questa soluzione e diluirla 100 volte! Stiamo facendo una diluizione 1 a 100. Per l’omeopatia questa diluizione è chiamata “CH”, che sta per potenza centesimale, mentre “DH” sta per potenza decimale, quindi diluizione 1 a 10.
Comunque torniamo al nostro arsenico 1:100. In queste concentrazioni la soluzione di arsenico è mortale. Inoltre oltre ad essere letale l’arsenico è un noto cancerogeno a dosi più basse.
Ma proseguiamo, se prendessimo 100 grammi di acqua in un nuovo contenitore e preleviamo 1 grammo della nostra soluzione iniziale diluita 1:100 e l’aggiungiamo ai nostri 100 grammi di acqua, avremmo una nuova soluzione diluita 1 a 10000. Cosa abbiamo fatto? Semplicemente due diluizioni centesimali in serie. In omeopatia questa diluizione è segnata spesso come “CH2”. Ma il nostro arsenico sarà ancora letale? Diciamo che a queste concentrazioni non è letale, ma molto tossico e pericoloso.
Adesso ripetiamo nuovamente il nostro ipotetico esperimento, quindi nuovo contenitore con 100 grammi di acqua, preleviamo dalla nostra soluzione “CH2”, 1 grammo di soluzione e la versiamo nel nostro contenitore di acqua. La nuova soluzione ha una diluizione 1: 1000000, la chiamiamo in gergo omeopatico “CH3”. A tali concentrazioni, l’arsenico non è letale nell’immediato, ma è cancerogeno.
Ormai abbiamo capito, più vado avanti con le diluizioni più l’arsenico diventa meno tossico e ad un certo punto non sarebbe più un problema per il mio corpo. Inoltre non esiste uno strumento capace di rilevare la concentrazione così bassa e soprattutto non esiste nessun effetto misurabile. Ma se noi continuassimo, ad esempio a diluire la nostra ipotetica soluzione fino a per dodici volte, ogni volta 1 a 100, avremmo una soluzione nota come “CH12”. A questo punto praticamente non ci sarebbero più atomi di arsenico. Cosa significa tutto questo? Capite bene che anche se in una soluzione ci fosse un principio attivo per il nostro corpo, a tali concentrazioni praticamente non troveremmo più nessuna traccia di esso.

Gli studenti di chimica al primo anno hanno dimestichezza con le concentrazioni e le loro proprietà, perché oggi conosciamo l’esistenza di atomi e molecole, cosa che ai tempi di Hahnemann non era nota, infatti la teoria atomica si basava ancora sul modello di Dalton, oggi obsoleto e incompleto.
Eppure, gli omeopati ancora oggi, ritengono che più una sostanza è diluita, maggiore è la sua attività nel curare i disturbi. Molti medicinali omeopatici partono da sostanze che sono state diluite così tante volte da non contenere nessuna o quasi nessuna delle sostanze di origine, arrivando anche a diluizione “CH30” o maggiori!
Dopo ogni diluizione, la soluzione viene scossa energicamente per «dinamizzarla» e creare nuovi legami fra le molecole. Secondo gli omeopati, la soluzione risultante avrebbe la capacità di attivare nell’organismo una «risposta di autoguarigione» dotata del grande pregio di non avere effetti collaterali.
Ma come abbiamo visto se diluiamo enormemente una soluzione secondo le leggi della chimica e secondo le analisi condotte sui preparati, del principio attivo non c’è praticamente più traccia.
La teoria sostenuta dalla medicina omeopatica ritiene che attraverso il processo di succussione la sostanza originale lasci una sua “impronta” nell’acqua. Il cosiddetto principio della memoria dell’acqua, asserito da Jacques Benveniste nel 1988, ma mai dimostrato, vorrebbe che l’acqua, messa a contatto con una sostanza e dinamizzata, ne acquisirebbe in qualche modo le caratteristiche molecolari.
Basterebbe la chimica di base a sconfessare l’omeopatica come pratica scientifica. Ma vediamo meglio se esistono studi che confermano l’azione dell’omeopatia. Come per ogni scienza, anche la medina deve rispettare il metodo scientifico. Se una cura è stata sperimentata in modo rigoroso e funziona, allora viene accettata come medicina. Ci vogliono moltissimi dati di laboratorio che suggeriscano il meccanismo d’azione e studi che dimostrino la sua efficacia e soprattutto la sua sicurezza.
Di tutto questo, se provate a cercare nella letteratura scientifica accreditata non troverete praticamente nulla di serio!
L’ OMEOPATIA OGGI
Ma quindi cosa contengono effettivamente i prodotti omeopatici? Molti anzi quasi tutti i prodotti omeopatici non contengono erbe o estratti vegetali, in quel caso parliamo di fitoterapia che è tutta un’altra storia.
Vediamo un esempio eclatante, quello dell’Oscillococcinum.
Questo prodotto omeopatico lo vedete spesso in molte farmacie ed è venduto come rimedio per prevenire e trattare il raffreddore, l’influenza e gli stati influenzali nei bambini. Ma cosa conterrà allora? Benissimo proviamo a leggere il foglio illustrativo:

Considerando che, come dichiarato nella confezione, ogni granulo pesa 1 grammo e che poco sotto è dichiarato che ogni granulo contiene 1 grammo di zucchero, secondo voi cosa state assumendo? Tecnicamente nessuna truffa, la Boiron dichiara che le capsule di Oscillococcinum contengono circa l’85% di saccarosio ed il 15% di lattosio.
Si, sono due zuccheri semplici! Nessun principio attivo, nessun farmaco sperimentato, niente di niente, anche perché considerate che i prodotti omeopatici come detto precedentemente sono diluiti tantissime volte.
Detto ciò, voi curereste i vostri cari per patologie anche gravi con lo zucchero? Probabilmente no! Ma basta cambiare nome e immagine e il gioco è fatto. Risultato è pagare a peso d’oro lo zucchero.
Già, perché il prodotto viene venduto in confezione da 30 dosi pronte, al modico prezzo che varia a seconda delle offerte tra i 20 e 40 euro! Io ricordo che 1 kg di zucchero al supermercato costa meno di 2 euro!

Ovviamente, ma forse ovvio non è, il rimedio omeopatico venduto non ha dimostrato negli studi effettuati secondo i criteri minimi richiesti dalla medicina scientifica, di avere effetti sulla salute, tantomeno sul prevenire gli stati influenzali.
La risposta che sento spesso, soprattutto dalle mamme è: “ma mio figlio è guarito grazie a questo prodotto!”
Quello che la mamma ha fatto è associare un gesto (aver preso l’omeopatia) a un evento osservato (il tempo in cui è passato il raffreddore), e generare una correlazione. Causa e correlazione non sono la stessa cosa.

Intanto, primo, uno o poche persone non sono un metro statistico da prendere in considerazione, e secondo il figlio ha un sistema immunitario che è in grado, salvo nessuna complicanza, di debellare virus o batteri!
Eppure per alcuni l’effetto di questi prodotti è rilevabile! Come mai? Mai sentito parlare dell’effetto placebo? L’effetto placebo potremmo sintetizzarlo come un miglioramento della salute del paziente raggiunto, grazie ad un atteggiamento positivo e alla partecipazione attiva e consapevole al trattamento di una molecola senza effetti biologici e terapeutici. In moltissimi casi la mente gioca un ruolo fondamentale!
Ovviamente non essendoci praticamente nulla, non ha nessun effetto collaterale, ma il punto è un altro: la disinformazione di chi acquista questi prodotti pensando siano utili per una determinata patologia. Un esempio: La Food and Drugs Administration negli Usa ha indicato anche prodotti omeopatici, tra cui quelli venduti dalle principali aziende del settore, come terapie fraudolente per la terapia dell’influenza H1N1.
COSA DICE LA COMUNITÀ SCIENTIFICA OGGI SUI PRODOTTI OMEOPATICI?
Esistono molti studi che metterebbero fine alla correlazione omeopatia = scienza, già negli anni Novanta ben quattro meta-analisi, e cioè gli studi che raccolgono e analizzano i risultati di diversi studi clinici tutti riguardanti un preciso argomento, riportano la stessa conclusione: l’omeopatia non garantisce un effetto superiore a quello del placebo.
L’omeopatia era già stata ampiamente sbugiardata da almeno cinquanta anni. Infatti nel 1988 su Nature venne pubblicato un articolo dal titolo: “Alta diluizione, un’illusione.”
Nel 2005 la rivista scientifica The Lancet, dichiara definitivamente la fine dell’omeopatia, con un editoriale intitolato “The End of Homeopathy”.
Nel 2009, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) dichiara che l’omeopatia non rappresenta una cura e, soprattutto, raccomanda che questa pratica non vada a sostituire le terapie tradizionali per il trattamento di malattie gravi e mortali, come HIV, tubercolosi, diarrea infantile e malaria.
Studi clinici controllati, osservazionali, randomizzati, revisioni di studi e persino revisioni di revisioni di studi hanno cercato prove dell’efficacia e della sicurezza delle cure omeopatiche. Ad esempio, una metanalisi del National Health and Medical Research Council of Australia nel 2015 ha rivisto 225 ricerche sull’omeopatia. Almeno 15 revisioni Cochrane (l’organizzazione internazionale che si propone di tirare le somme sulle conoscenze scientifiche su un dato trattamento) sono dedicate al tema. Hanno considerato l’omeopatia, valutandola su infezioni respiratorie, asma, demenza, induzione del parto, vampate durante le terapie per il tumore al seno. In questi e negli altri lavori di rilievo la risposta è stata: non ci sono evidenze che i preparati omeopatici abbiano efficacia superiore al placebo.
Sempre la FDA, dal novembre 2016, ha costretto tutti i prodotti omeopatici a riportare sull’etichetta la dicitura “non esiste alcuna prove scientifica che questo prodotto funzioni”.
Nonostante la letteratura scientifica dimostri ampiamente la non efficacia dell’omeopatia, molte persone si affidano a questo tipo di cure, affiancate anche da pubblicità e informazioni decontestualizzate e false.
E per dimostrarvi che ancora Nazioni come l’Italia vivano di una disinformazione scientifica di base, un caso clamoroso, era quello che coinvolse Piero Angela, nei primi anni Duemila, quando il famoso giornalista venne citato per diffamazione per avere sostenuto in una trasmissione televisiva quanto segue:
“L’omeopatia non è una cosa seria. Il rischio di curarsi con tale medicina non convenzionale è molto alto, soprattutto per i pazienti che soffrono di malattie gravi e specialmente quelle progressive”.
Angela sarà successivamente assolto, ma rimane il fatto, che la scienza è fatta di basi solide e studi rigidi, invece la risposta dell’omeopatia non opponendo argomentazioni scientifiche valide è stata solo basate su minacce legali.
Insomma ancora oggi dopo numerose revisioni sistematiche, la comunità scientifica parla chiaro: l’omeopatia è inefficace come trattamento sanitario.
Lasciando sempre la volontà alle persone della scelta anche in questo campo, è doveroso però, informarle correttamente sull’uso delle “medicine non tradizionali”, cercando di contribuire ad un dialogo costruttivo sul tema dell’efficacia e sicurezza e sugli eventuali rischi o benefici che potrebbero verificarsi.
Dott. Francesco Domenico Nucera
FONTI:
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/o/omeopatia
Davide Vione, Perché l’omeopatia non è una scienza, CICAP.
https://www.medbunker.it/2011/10/la-vera-storia delloscillococcinum.html
https://www.badscience.net/wp-content/uploads/benveniste02.pdf
https://www.marionegri.it/magazine/lomeopatia-non-e-una-scienza
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(05)67149-8/fulltext
Australian Government. National Health and Medical Research Council
(NHMRC). Homeopathy Review (Inglese)
NHS Choices. Homeopathy (Inglese)