Negli ultimi anni, il dibattito sull’industria della carne ha assunto una rilevanza sempre maggiore, soprattutto a causa dei problemi ambientali e delle preoccupazioni per il benessere animale. Insomma da un lato ci sono problemi effettivi sull’impatto ambientale, dall’altro molte persone come vegetariani o vegani non mangiano carne e pesce focalizzando il dibattito anche dal punto di vista etico.
Tralasciando che questo articolo non vuole aprire un dibattito alimentare e nutrizionale tra onnivori e non, in questo momento molte persone cercano soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento di animali.
E se vi dicessi che alcune di queste soluzioni potrebbero mettere d’accordo ambiente e etica?
Cosa si intende per carne sintetica?
Una di queste soluzioni è la “carne sintetica”, una tecnologia che promette di rivoluzionare l’industria della carne e di ridurre l’impatto ambientale della produzione di carne.
Ma ha veramente senso parlare di carne sintetica?

Ecco questo è un esempio concreto di disinfomazione, ovvero l’attività di chi scientemente costruisce una storia falsa per raggiungere uno scopo.
E anche in questo caso la politica non ha favorito un’informazione scientificamente accurata. Senza entrare nel merito delle polemiche politiche, proviamo a capire meglio come si ottiene la carne che tutti erroneamente chiamano sintetica, quali sono i suoi possibili benefici e gli elementi di rapporto con i consumatori.
Prima di buttarci a capofitto in questo nuovo genere che farebbe impallidire anche gli amanti del dottor Frankenstein, cerchiamo di smontare alcune di queste disinformazioni.
Quindi cominciamo con il dire che dal punto di vista scientifico ha poco senso chiamare questo tipo di carne “sintetica”. Innanzitutto, il termine “sintetico” fa riferimento a qualcosa di artificiale, prodotto artificialmente in laboratorio o tramite processi chimici. Qui di sintetico non c’è proprio niente! Tuttavia, la carne coltivata non viene prodotta artificialmente o sinteticamente.
E molti cavalcano l’onda della chemofobia per argomentare le loro tesi, perché il termine “sintetico” potrebbe suscitare timori o preoccupazioni tra i consumatori riguardo alla sicurezza e alla salubrità della carne coltivata.
Anche se noi chimici in più di una occasione abbiamo ribadito che il binomio sintetico uguale negativo è totalmente inaccurato e privo di senso.
Quindi il termine corretto sarebbe “carne coltivata” o “carne prodotta in vitro”. In ogni caso, è importante che i consumatori acquisiscano conoscenze e comprensione riguardo alla produzione e alle caratteristiche della carne coltivata, per poter fare scelte informate in merito all’alimentazione e alla salute.
Come viene prodotta la carne coltivata?
Come tutti sappiamo la carne che noi comunemente mangiamo deriva da diversi animali: tipo i suini, i bovini, pollame e anche pesce. Quindi noi alleviamo e poi macelliamo questi animali a scopo alimentare. La carne che noi mangiamo altro non è che tessuto muscolare, ovvero prevalentemente costituito da proteine e da tessuto adiposo, semplicemente costituito da grassi.
E la carne coltivata da cosa è formata?

La carne coltivata viene prodotta in laboratorio, ma udite udite è la stessa identica carne che noi mangiamo ogni giorno! Come è possibile ottenere una carne senza uccidere un animale?
Vediamo come funziona la tecnologia dietro a tutto questo. Iniziamo con il prelevare una piccola porzione di cellule animali. Una volta ottenute le nostre cellule dal muscolo dell’animale, selezioniamo solo le cellule staminali.
Cosa sono le cellule staminali?
Le cellule staminali sono cellule che hanno la capacità di trasformarsi nei vari tipi di cellule presenti nel nostro corpo; quelle ottenute dagli embrioni possono trasformarsi in tutte le cellule, mentre quelle ottenute dal sangue del cordone ombelicale e da tessuti adulti sono in grado di dare origine solo ad alcuni tipi di cellule.
Queste cellule, vengono quindi poste in un ambiente sterile e nutriente, dove vengono coltivate e stimolate a crescere e a moltiplicarsi. Per far crescere le cellule in modo efficiente, sono necessari nutrienti specifici, come aminoacidi, vitamine e fattori di crescita. Una volta che le cellule si sono moltiplicate abbastanza, vengono prelevate dal loro ambiente di coltura e poste in un altro ambiente di coltura, dove continuano a crescere e a differenziarsi in tessuti muscolari. Questo processo in biologia è chiamato differenziazione cellulare.

In questa fase sono importanti i materiali biocompatibili: fungono da supporto sul quale le cellule possono riprodursi e differenziarsi. I materiali più utilizzati sono la gelatina o il collagene, oppure materiali cellulosici.
Adesso abbiamo tutti gli ingredienti esatti per far crescere il tessuto muscolare. Tutto questo avviene in un bioreattore: un’ apparecchiatura in grado di fornire un ambiente adeguato e monitorare i parametri fondamentali alla crescita di organismi biologici.
In questa fase, vengono applicati diversi stimoli alle cellule per far sì che si organizzino in tessuti muscolari tridimensionali. Ad esempio, le cellule possono essere sottoposte a esercizio fisico simulato o ad un’alternanza di periodi di tensione e rilassamento.
Alla fine, la carne coltivata è praticamente identica alla carne animale, sia per il sapore che per la texture. Una volta che il tessuto muscolare è stato coltivato abbastanza, viene rimosso dall’ambiente di coltura e tagliato in pezzi. Questi pezzi vengono quindi assemblati in un prodotto finale, come un hamburger o un filetto di carne.
L’intero processo di produzione della carne sintetica avviene in un ambiente sterile e controllato, che permette di minimizzare il rischio di contaminazione batterica o di malattie animali.
Perché mangiare carne sintetica?
Intanto per rispondere a questa domanda, la questione sulla sicurezza alimentare dovrebbe essere prioritaria. Negli ultimi anni, ci sono stati numerosi studi scientifici che hanno esaminato la carne sintetica e il suo potenziale impatto sulla salute umana e sull’ambiente.
Uno studio del 2015 pubblicato su PLoS ONE ha esaminato la composizione nutrizionale della carne sintetica prodotta da una società olandese. I ricercatori hanno confrontato la composizione della carne sintetica con quella della carne bovina e hanno concluso che la carne sintetica contiene un profilo nutrizionale simile, se non identico, a quello della carne bovina.
Un altro studio del 2018 pubblicato su Frontiers in Nutrition ha esaminato gli effetti della carne sintetica sulla salute umana e sull’ambiente. I ricercatori hanno concluso che la carne sintetica ha il potenziale per ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento di animali e per fornire un’alternativa più sostenibile alla carne tradizionale. Inoltre, hanno osservato che la carne sintetica potrebbe avere un profilo nutrizionale migliore della carne tradizionale, ma hanno sottolineato che sono necessari ulteriori studi per confermare questa ipotesi.
La società olandese Mosa Meat ha pubblicato un grafico che confronta i valori nutrizionali della loro carne coltivata con quelli della carne di manzo tradizionale. Secondo il grafico, la carne coltivata contiene meno grassi saturi e colesterolo rispetto alla carne di manzo tradizionale, ma ha un contenuto proteico simile.
Uno studio del 2020 pubblicato su Food and Chemical Toxicology ha esaminato gli effetti della carne sintetica sulla salute umana. I ricercatori hanno valutato la sicurezza della carne sintetica prodotta da tre società diverse e hanno concluso che la carne sintetica è sicura per il consumo umano. Tuttavia, hanno sottolineato che sono necessari ulteriori studi per valutare la sicurezza a lungo termine della carne sintetica.
Quanto inquina la carne sintetica?
La carne coltivata viene sviluppata come un’alternativa potenzialmente più sana ed efficiente alla carne convenzionale. Il metodo di ricerca Life Cycle Assessment (LCA) è stato utilizzato per valutare gli impatti ambientali della produzione di carne coltivata su larga scala.
Rispetto alla carne europea prodotta in modo convenzionale, la carne coltivata comporta un consumo energetico inferiore di circa il 7-45% (solo il pollame ha un consumo energetico inferiore), emissioni di gas serra inferiori del 78-96%, uso del suolo inferiore del 99% e consumo di acqua inferiore dell’82-96% a seconda del prodotto confrontato.

Un altro studio del 2021 pubblicato su Environmental Science & Technology ha esaminato l’impatto ambientale della carne sintetica. I ricercatori hanno valutato l’impatto ambientale della carne sintetica prodotta in diversi paesi e hanno concluso che la carne sintetica ha un’impronta ecologica più bassa rispetto alla carne tradizionale.
Quali sono pro e i contro della carne sintetica?
Uno dei motivi a favore della carne coltivata è la riduzione delle emissioni di gas serra. L’allevamento di animali è responsabile di una grande quantità di emissioni di gas serra, come metano e ossido di azoto, che contribuiscono al cambiamento climatico.
Un altro motivo è la riduzione della sofferenza degli animali: La produzione di carne coltivata non richiede l’allevamento e l’uccisione di animali, eliminando la sofferenza animale associata all’industria alimentare.
Miglioramento della sicurezza alimentare: La carne coltivata potrebbe rappresentare un’alternativa più sicura rispetto alla carne tradizionale, poiché potrebbe essere prodotta senza l’utilizzo di antibiotici e con un minore rischio di contaminazione da agenti patogeni.
Infine la diversificazione delle fonti di proteine: la produzione di carne coltivata potrebbe contribuire a diversificare le fonti di proteine disponibili per il consumo umano, offrendo un’alternativa più sostenibile rispetto all’allevamento animale tradizionale.
Tra i contro troviamo i costi di produzione ancora eccessivi, rivolti solo alla classi e alle nazioni più ricche; inoltre esiste una questione sociale ed etica, non essendo una carne derivante da allevamento non tutti la potrebbero scegliere.
In ogni caso, è importante che i consumatori acquisiscano conoscenze e comprensione riguardo alla produzione e alle caratteristiche della carne coltivata, per poter fare scelte informate in merito all’alimentazione e alla salute. E’ fondamentale che la produzione e la commercializzazione della carne coltivata siano regolate da standard di sicurezza rigorosi e che i consumatori siano informati e consapevoli riguardo alla natura del prodotto.
Al momento, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non hanno ancora approvato la commercializzazione della carne coltivata. Tuttavia, entrambe le agenzie hanno iniziato a lavorare su linee guida e regolamenti per garantire la sicurezza e la qualità del prodotto.
Un tema molto caldo, soprattutto in Italia! Ovviamente dal mio punto di vista è corretto che l’opinione pubblica abbia a disposizione tutti i canali scientifici e di divulgazione per cercare di comprendere la ricerca dietro alla carne coltivata.
In sintesi, la produzione di carne coltivata ha il potenziale di contribuire a ridurre l’impatto ambientale dell’industria alimentare, migliorare la sicurezza alimentare e ridurre la sofferenza degli animali. Tuttavia, è importante continuare a condurre ricerche e sviluppare tecnologie per migliorare la produzione e la commercializzazione della carne coltivata, garantendo al contempo la sicurezza e la qualità del prodotto.
FONTI:
- Immagini ©@gettyimagespro tramite Canva.com
- https://mosameat.com/blog/how-we-make-real-meat
- Van der Weele, C., & Tramper, J. (2015). Cultured meat: every village its own factory?. PloS one, 10(6), e0119257.
- Bowman, A., Kantor, M., & Laestadius, L. (2020). Safety assessment of cultured meat: considerations and potential frameworks. Food and Chemical Toxicology, 145, 111671.
- Tuomisto, H. L., de Mattos, M. J. T., & Teixeira, R. (2021). Environmental impacts of cultured meat: alternative production scenarios. Environmental Science & Technology, 55(3), 1426-1433.