🦠☣ CI DEVE SPAVENTARE “LA VARIANTE INGLESE” Sars-Cov-2?

🩺Pillole di medicina💊

E’ già da qualche giorno che le maggiori testate giornalistiche e televisive ne parlano. Il web è preso di mira da ulteriori notizie. Ma cosa significa che circola una nuova variante del coronavirus?

VIRUS E CARATTERISTICHE GENERALI

Allora prima di entrare nel nocciolo della questione, dovremmo rivedere le nostre conoscenze basilari sui virus, e soprattutto su una particolare famiglia di virus, quelli a RNA.

I virus sono parassiti intracellulari obbligati , possono cioè sopravvivere solo usando le risorse di una cellula ospite. Essi infettano ogni tipo di cellula inclusi batteri, archea, protisti, piante , funghi ed animali.

Inoltre strano a dirlo, ma sono loro le entità biologiche più abbondanti sulla terra. Sono tantissimi, ma non si vedono! Sono entità talmente piccole, che servono dei microscopi molto sensibili per riuscire a vederli. Questi microscopi sono chiamati microscopi elettronici. Sono diversi dai classici microscopi ottici, perché questi ultimi sfruttano la luce, mentre il microscopio elettronico è un microscopio che utilizza come radiazione gli elettroni.

Grazie a questi utilissimi strumenti, possiamo sondare il micromondo, un mondo dove regnano sovrani i virus.

Questi microscopici parassiti hanno dimensioni comprese tra 0,02 e 0,3 micrometri (ricordiamo che 1 micrometro è 1 milionesimo di metro), anche se sono stati recentemente scoperti numerosi virus di dimensioni maggiori fino a 1 micrometri di lunghezza (megavirus chilensis, pandoravirus). La loro struttura è molto più semplice rispetto ad altre entità biologiche.

Senza entrare nel dettaglio, tutti i virus hanno un rivestimento che protegge il materiale genetico virale, questo rivestimento è una sorta di “pellicola” di natura proteica. Affinché una particella virale, anche detta virione, sia completa è necessaria la presenza del capside. Molti virus sono anche dotati di un ulteriore rivestimento esterno, chiamato pericapside o envelope, solitamente di natura lipidica e proteica.

Schema generale della struttura di un virus

I virus sono classificati principalmente secondo la natura, la struttura del loro genoma e la modalità di replicazione e non secondo le patologie da essi causate. Quindi, ci sono virus a DNA e virus a RNA; ciascun tipo può essere a mono o doppio filamento di materiale genetico. I virus a RNA a singolo filamento sono ulteriormente suddivisi in RNA virus a polarità (+) e polarità (-). Di solito, i virus a DNA si replicano nel nucleo della cellula ospite mentre i virus a RNA in genere si replicano nel citoplasma. Tuttavia, alcuni virus a RNA a singolo filamento a polarità (+) chiamati retrovirus utilizzano un metodo diverso di replicazione.

Affinché possa verificarsi l’infezione, il virus deve dapprima aderire alla cellula ospite o a uno dei tanti ricettori molecolari posti sulla superficie della cellula. Il DNA o l’RNA virale, una volta penetrato nella cellula ospite, viene separato dall’involucro esterno e, successivamente si replica all’interno di essa con un processo che richiede enzimi specifici. I componenti virali sintetizzati verranno poi assemblati in una nuova particella virale completa. La cellula ospite in genere muore, rilasciando nuovi virioni che infettano altre cellule. Ognuna di queste fasi della replicazione virale coinvolge diversi enzimi e substrati e tali fasi possono diventare i bersagli dove interferire con il processo di infezione.

CORONAVIRUS

I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS).

Questa famiglia di virus è un tipo di virus a RNA a filamento positivo. I coronavirus sono comuni in molte specie animali (come i cammelli e i pipistrelli), ma in alcuni casi, se pur raramente, possono evolversi e infettare l’uomo per poi diffondersi nella popolazione, come è successo nel caso del nuovo coronavirus SARS-Cov-2. Quindi i virus hanno una natura zoonotica. Quindi nessuna manipolazione di un chissà quale tipo di laboratorio cinese! Scusate, ma, ancora sono bufale che circolano in rete, e molta gente crede anche a questa notizia!

Inoltre questo nuovo coronavirus è un ceppo nuovo. Ovvero ha fatto la sua prima apparizione nel 2019, data che l’OMS ha dichiarato come ufficiale per la comparsa di questo nuovo virus.

La sequenza virale di questo nuovo Coronavirus ha un’omologia di circa il 76% rispetto al virus che causò la pandemia di SARS nel 2002/2003, dunque i due virus sono molto simili, ma non uguali. Insomma cugini stretti se così possiamo chiamarli!

Nuovo, anche perché, noi di coronavirus ne conosciamo già un bel pò. I coronavirus umani conosciuti ad oggi, comuni in tutto il mondo, sono sette, alcuni identificati diversi anni fa (i primi a metà degli anni Sessanta) e alcuni identificati nel nuovo millennio.

Il nome coronavirus è dato dal fatto che nella loro struttura più esterna posseggono degli “spuntoni” simili ad una corona. Questi “spuntoni”, chiamati Spike, sono glicoproteine, le armi migliori che questo virus possiede per agganciarsi alle cellule ed entrare nel nostro corpo.

L’illustrazione, creata dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitense, rivela la morfologia ultrastrutturale del SARS-CoV-2. 

Come si può notare dalla ricostruzione in alto i coronavirus hanno morfologia rotondeggiante e dimensioni di 100-150 nm di diametro. 

I virus a RNA, hanno una certa facilità nel mutare. Quindi non deve stupirci il fatto che potremmo trovare delle varianti del virus originale.

LA VARIANTE “INGLESE”

In queste ore la cosiddetta “VUI-202012/01″ (variant under investigation), identificata originariamente nel Regno Unito, sta generando interrogativi e incognite. Dalla trasmissibilità, passando per l’efficacia di vaccini e metodi diagnostici, fino alla sospensione dei voli e alle misure di contrasto varate dai governi europei.

Ma dobbiamo veramente preoccuparci? Vediamo cosa dice la scienza al riguardo e quali sono gli studi e le conoscenze che possediamo finora. Intanto quello isolato in Gran Bretagna non è un nuovo coronavirus come alcuni erroneamente affermano. Una variante, significa frutto di diverse mutazioni che si accumulano nel tempo (a differenza di una singola mutazione che invece non è in grado di generare una variante).

Le mutazioni che sono state riscontrate sono molteplici, e fanno tutte capo alle proteine Spike, vi ricordate le chiavi con cui un virus riesce ad entrare nelle nostre cellule!

Esse sono: A570D, D614G, D1118H, N501Y, P681H, S982A, T716I oltre alle delezioni nelle posizioni 69-70 e 145.

Quelle che però hanno attirato l’attenzione riguardano:

  • la mutazione N501Y che, attraverso un cambiamento da asparagina a tirosina, incrementerebbe l’affinità di legame al recettore ACE2 della cellula ospite;
  • la mutazione P681H, adiacente al sito di azione della furina, anch’essa probabilmente implicata nella patogenicità di SARS-CoV-2;
  • le delezioni H60Del e V70Del, potenzialmente capaci di eludere il sistema immunitario.

Nelle ultime settimane, il Regno Unito (UK) ha dovuto affrontare un rapido aumento dei casi di COVID-19 nel sud-est dell’Inghilterra, che ha portato a indagini epidemiologiche e virologiche potenziate. 

L’analisi dei dati sulla sequenza del genoma virale ha identificato un’ampia percentuale di casi che apparteneva a un nuovo singolo cluster filogenetico.

Come riporta l’Ecdc nel suo documento di valutazione del rischio, le mutazioni dei virus sono normali e attese, così come l’emergere di nuove varianti. In questo caso quella isolata in Gran Bretagna, di cui sono stati segnalati casi anche in altri paesi, ha destato l’attenzione dei ricercatori perché le analisi preliminari sembrano suggerire che abbia una trasmissibilità maggiore rispetto alle varianti che già circolavano prima.

I ricercatori hanno puntato il dito verso la mutazione N501Y. E’ questa che probabilmente è associata ad una maggiore trasmissibilità del virus. In dettaglio secondo le stime il potenziale riproduttivo (R0) sembra essere aumentato di 0.4, numero che si traduce in una trasmissibilità maggiore del 70%.

Inoltre, ad oggi, alcuni casi con la nuova variante sono stati segnalati da Danimarca e Paesi Bassi e, secondo i resoconti dei media, in Belgio. Dalle analisi filogenetiche, si è potuto risalire alle varianti N501Y di SARS-CoV-2.


I nodi all’interno del cluster formati dalla nuova variante SARS-CoV-2 VUI 202012/01 (nero). Regno Unito (arancione), Australia (grigio) e Danimarca (verde). Altri colori indicano i paesi non coinvolti nel cluster.

Ad oggi non sono segnalate associazioni di una maggiore gravità dell’infezione alla nuova variante, come sottolinea il Centro Europeo per il controllo delle Malattie.

L’Oms Europa ha spiegato che le “informazioni preliminari” sulla variante del coronavirus suggeriscono che “potrebbe anche incidere sull’efficacia di alcuni metodi diagnostici”. Ecco perché in assenza di ulteriori prove diventa ancora più importante la prevenzione e il distanziamento sociale.

Per concludere, sempre dalle prime osservazioni non c’è evidenza che il vaccino sia inefficace, una variazione sulla proteina Spike non è in genere sufficiente per modificare l’efficacia. Sono in corso studi per verificare i possibili effetti sull’immunità data dai vaccini.

Dott. Francesco Domenico Nucera


FONTI:

https://www.iss.it/web/guest/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/id/5562331

https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/threat-assessment-brief-rapid-increase-sars-cov-2-variant-united-kingdom?fbclid=IwAR1iNGPt4Kqt7sV8sms19MXQKMbUv7-RXOlBj6T8aTKKjPPY-mAbDOBmiVI

https://covid19-country-overviews.ecdc.europa.eu/#34_United_Kingdom

https://www.ecdc.europa.eu/en

https://virological.org/t/preliminary-genomic-characterisation-of-an-emergent-sars-cov-2-lineage-in-the-uk-defined-by-a-novel-set-of-spike-mutations/563

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